Pubblichiamo l'intervista al Presidente del Club Taurino Italiano e pubblicata sul sito Uomini&Tori che ringraziamo per l'attenzionme dedicata al nostro Club.
Afición in Italia è una serie di articoli che dedichiamo alla scoperta e alla mappatura della passione taurina nel nostro paese.
Abbiamo incontrato, per iniziare, Paolo Mosole – presidente del Club Taurino Italiano.
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“Conosco Lorca, persona squisita, ma non condivido il suo approccio e il tono del suo articolo (l’avevamo tradotto qua, nda): dice solo le cose che non vanno e non scrive quelle che funzionano, è questo che non approvo. Per Sevilla non menziona il doblete di Pepe Moral o il cartel di Resurrección che è muy rematado e conta con la presencia del maestro Antonio Ferrera. Concordo invece con la sua analisi su Madrid, nessuna tarde despierta veramente l’ilusión, è la fiera campionaria e generalista di sempre”.
Buongiorno Paolo, grazie per la tua disponibilità. Da presidente del CTM, il Club Taurino di Milano, a presidente del CTI, il Club Taurino Italiano.
“Quattro anni fa grazie all’iniziativa di 35 soci fondatori è nato il Club Taurino Italiano, la maggior parte dei suoi membri provengono dal club milanese di cui sono stato presidente. Sentivo l’esigenza della creazione di una realtà più rappresentativa dell’afición italiana. Dopo la nascita del CTI molti appassionati si sono messi in contatto con noi da tutto il paese: abbiamo membri di Reggio Calabria e Bologna, Roma e Venezia, e Milano, Torino, Siena e altro ancora. Il club di Milano, che nacque nel 1984 e che ha avuto una storia importante, era ormai troppo…milanese”.
Non dev’essere stato facile lasciare il club che presiedevi.
“Preferisco non fare la cronaca di quel momento di separazione, non voglio parlare di aspetti polemici e personali. Fu triste, traumatico e assurdo. Oggi non esiste nessun rapporto tra i due sodalizi”.
Chi è l’aficionado tipo che si associa al CTI?
“Il club non è per tutti, ma solo per chi vuole condividere una passione. L’età media dei nostri membri è alta, ma la grande maggioranza delle nuove adesioni sono di giovani. Riceviamo una dozzina di nuove richeste di associazione all’anno: il rinnovamento non è rapido, ma c’è. La quota sociale è di 100 euro l’anno, ma abbiamo una formula (“socio amico”) che consente la riduzione del 50% sulla quota per due anni, periodo in cui i nuovi membri possono conoscere le attività del club e che serve all’associazione a fare la scrematura necessaria. Cento euro è una cifra importante, concordo. Ma il club non ha fini di lucro, nessuno riceve compensi e le quote associative servono a finanziare le spese di rappresentanza e gli eventi e le iniziative nel corso di tutto l’anno”.
Il club ha membri che arrivano da tutta Italia.
“I soci più lontani partecipano agli eventi più rilevanti. Abbiamo tra i nostri associati indifferentemente uomini e donne, aficionados che frequentano le arene da interi decenni e chi invece non ha mai visto una corrida”.
Cosa offre il club ai suoi associati?
“I punti di ritrovo principali sono Milano e Alba, e organizziamo incontri anche a Torino o Siena: non abbiamo una sede nostra ma generalmente facciamo base in quelle città. L’iniziativa centrale della stagione è l’assegnazione del premio “Opera taurina” a una figura storica o alla carriera: in questi anni è stato riconosciuto per esempio a Santiago Martín “El Viti” o alla dinastia Victorino Martín, che abbiamo ricevuto e permesso ai soci di incontrare e conoscere. Una volta l’anno viene organizzata una giornata con un torero in attività: abbiamo ospitato tra gli altri il torero galo Juan Bautista che ci ha dato una lezione di toreo de salón e con il quale ci siamo dedicati poi a una interessante tertulia. Sono momenti conviviali e formativi e offriamo ai nostri soci la possibiltà preziosa di venire a contatto con il mondo del toro e con gli stessi toreri. Un’attività per noi fondamentale è quella della visita alle ganaderias: è un’occasione rara per un aficionado italiano poter entrare in un allevamento di tori da combattimento, ricordo con piacere l’ultimo viaggio in Camargue dove abbiamo scoperto le tenute di Yonnet e Concha y Sierra. Abbiamo poi un sito internet all’interno del quale i membri del club possono accedere ad aree in cui trovare documenti diversi e un forum dove scambiare opinioni e esperienze”.
Organizzate uscite per assistere a corride in qualche arena spagnola o francese?
“No. Questa è un’iniziativa che si faceva con il club di Milano ma che noi non riproponiamo perché non abbiamo un premio da assegnare (il Premio a la Emoción, che ogni anno il CTM assegna al torero che ha più emozionato nel corso della feria a cui hanno assistito insieme i suoi soci, nda). Certo ognuno di noi viaggia per vedere corride ma questo accade per iniziative individuali e non come associazione”.
Non c’è richiesta da parte dei soci?
“A volte qualcuno, anche tra coloro che non sono nostri membri, ci scrive per avere informazioni su biglietti o programmi delle arene, o per chiedere se organizziamo trasferte per corride. Ma noi non siamo un’agenzia di viaggio taurina”.
La stagione delle grandi ferias sta per iniziare.
“Ogni due mesi ci troviamo a Milano o Alba per visionare e commentare i video delle migliori corride trasmesse da Canal+”.
Pensando all’afición nel nostro paese, tu hai sicuramente un osservatorio privilegiato per poterla misurare.
“Per essere un paese non taurino, la passione per i tori in Italia è incredibilmente viva. Non c’è un terreno ostile alla cultura taurina nel nostro paese: io stesso quando parlo della mia afición non incontro più ostilità di quanto non ce ne sia in Spagna. C’è curiosità, e noto che ciò che interessa in modo particolare è l’aspetto estetico ed artistico del toreo.”
La sensibilità antitaurina, soprattutto poi in un paese come il nostro, è però dilagante e penetrante.
“L’abolizionismo antitaurino e più in generale l’animalismo sono grandi operazioni di marketing, che fanno leva sulla coscienza delle persone e che si alimentano con la disinformazione. L’afición e il mundillo stanno invece in difesa, manca la stessa spinta, dovremmo essere più attivi”.
Uomini e Tori nasce anche per questo, per veicolare e difendere la cultura taurina.
“Benvenuto a chi sappia aggregare! C’è bisogno di un lavoro di promozione verso l’esterno, di difesa dei valori del toro, di comunicazione attiva. Penso ad una federazione tra gli attori della corrida: impresari, allevatori, toreri, subalterni, tutti. Chi vive del toro deve federarsi per unirsi e promuovere la promozione e la difesa della tauromachia. Benvenuti anche gli aficionados, ma senza i professionisti non si va da nessuna parte!”.
Condivido la necessità di promuove la cultura del toro anche qui in Italia: mi chiedo però allora come mai il vostro sito rimane accessibile sostanzialmente solo ai membri del club, fatto che impedisce ad una persona che volesse avvicinarsi alla conoscenza della corrida di poterlo fare liberamente.
“Il nostro sito ha una parte riservata per lo scambio tra i soci del club: il forum principalmente, dove sono attive tante discussioni, e altre sezioni (la videoteca per esempio) per la condivisione di materiali diversi. Il forum è chiuso e accessibile solo ai nostri soci, se qualcuno fosse interessato a diventare membro del club può mandare una mail. Abbiamo deciso così per mantenere la privacy, è sempre stata la nostra filosofia”.
Anche la vostra pagina Facebook è chiusa.
“Il mondo è pieno di pazzi”.
Per chiudere, una domanda al Paolo Mosole aficionado: la corrida che oggi sogni di vedere?
“Tori di La Quinta con Enrique Ponce, Morante de la Puebla, José Maria Manzanares”.
Buon lavoro a te e a tutti i tuoi soci.
“Grazie a voi, e complimenti per il sito”.
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