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Club Taurino Italiano

Ecce bombo

 

1 marzo 2019

 

Lo scorso 9 Febbraio, Plaza 1, la società che ha in gestione la piazza di Las Ventas, comunicava urbi et orbi che ci sarebbe stato un sorteggio (cosiddetto “bombo”) per assegnare 10 posti nella prossima Feria di San Isidro in 10 corride con le ganaderias tra le più richieste dalle figuras.

Ufficialmente la misura era dettata dalla volontà di aprire i cartelli, dare la possibilità ai toreri “emergenti” di compartire cartelli con i migliori, rendere la Feria più gustosa e appetibile per l’aficionado, tracciare una linea per il futuro della fiesta.

Tuttavia, l’innovativa idea del bombo ha prodotto “divisiòn de opiniones” tra aficionados e addetti ai lavori.

I puristi si sono sentiti traditi perché si aspettavano un sorteggio integrale, sull’esempio della feria de Otono (comunque più breve, 4 tardes, e ultimamente poco partecipata da parte delle figuras).

Altri hanno brindato alla novità ipotizzando l’inizio del cambiamento nella confezione dei cartelli…

I più hanno visto nella manovra dell’impresario francese, uno stratagemma per non dover pagare i cachet delle figuras più care del momento, che non hanno partecipato all’estrazione. E’ evidente, da parte del polemico, vulcanico, poliedrico Simòn Casas, la necessità di far quadrare i conti al fine di rimediare alla sciagurata offerta con la quale ha vinto il pliego di Las Ventas, con cui realizzò il sogno della sua vita.

 

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Casas, sulla scorta di una propaganda ad hoc, intende confezionare i cartelli seguendo principi di ”uguaglianza”. Tuttavia non a caso si dice che “los toros ponen a cadauno en su sitio”: infatti questo non è solo un modo di dire, bensì una verità che si ripete nel tempo nel mundo del toro.

Le primissime figuras, dopo anni di trionfi, in prima linea, portando appassionati nelle piazze e il peso della temporada in città e in provincia, da sempre chiedono cachet alti e allevamenti che, sulla carta, rendono più probabile il loro successo artistico.

E’ evidente che le figuras potrebbero fare qualche volta uno sforzo per uscire dal solito sota, caballo y rey.

Ma l’appassionato contemporaneo sa rendere merito a gestas y gestos delle figuras? La critica taurina, è pronta ad analizzare il combattimento realizzato con encastes diversi, sottolineando ogni aspetto della faena, conducendo l’appassionato per mano al fine scoprire ogni fase del confronto e apprezzare una lidia “diversa” secondo la condizione dell’animale?

Davvero qualcuno pensa che gestas e gestos oggi servano? Per esempio, quanti ricordano l’encerrona di Talavante coi victorinos a Madrid, quella più fortunata del Cid a Bilbao o l’importante trionfo di Perera con gli Adolfo a Las Ventas?

Ora il bombo ha deciso 10 posti su 70 e soprattutto, a meno di colpi di scena, mancheranno El Juli e forse Manzanares e Morante de la Puebla. Un mese di tori può essere lunghissimo senza loro tre.

Ci saranno però altre figure consolidate come Ponce, Perera e Castella e le “novità” Urdiales, Ureña, De Justo o Chacon (che hanno però più di un decennio di “alternativa”) che affiancheranno i più giovani Lorenzo, Marìn o Simòn sui quali si concentrano grandi aspettative. Sulle loro spalle loro e soprattutto su quelle di Roca Rey è presumibile si reggerà il destino della Feria più lunga e importante della temporada. 

 

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I cartelli definitivi si analizzare solo il 22 marzo, quando Plaza1 li renderà pubblici ma ci sembra che poco sia cambiato e che il tanto atteso bombo pare sia stato stato poco rivoluzionario dando a ognuno dei 10 toreri la sua ganaderia ideale.

Salvo Roca Rey, a cui sono andati in sorte gli Adolfo Martìn (che in questo momento calzano a pennello al peruviano, candidato a conquistare lo scettro del toreo) a Ponce sono andati i suoi Juanpedro, a Perera i suoi Fuente Ymbro, a Castella i suoi Jandilla e a Urdiales i suoi Alcurrucen. Bombe intelligenti, potremmo dire.

Certo poi, come ogni anno, il successo dipenderà dal destino, quello vero. Se sarà benevolo i migliori tori andranno nelle mani più sapienti e abili e brinderemo a una gran feria. Se invece andranno in mani inadatte, impotenti o inefficienti, sarà un fracasso…bombo o non bombo.

Madrid ha bisogno di un grande feria di San Isidro e di una programmazione estiva lungimirante e fantasiosa capace di attirare l’aficionado. E’ positivo che in questi mesi sia parlato tanto di questi temi, ma è risultato evidentissimo in tutta la sua forza il vero problema della Fiesta: i canoni di gestione a Madrid (e non solo) sono spropositati, fuori da ogni logica. Oltretutto la proprietà non propone investimenti a lungo termine e così è quasi impossibile sostenere i costi.

 

El Trinacria

 

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