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Club Taurino Italiano

Bombones a Salamanca

1 settembre 2021

 

“Montoya sorrise. -Stasera- disse. -Stasera alle sette portano i tori Villar…- “

 

Hemingway cita nel suo “Fiesta” questi magnifici tori che a lungo hanno appassionato l’aficiòn spagnola; i Villar ci rimandano ad uno dei personaggi più coloriti ed eccentrici che hanno popolato lo stravagante, pittoresco e talvolta eccentrico mondo dei tori.

Nel 1910, passa la cometa di Halley e, sarà per il passaggio della stella o magari in virtù di un desiderio romantico, certamente la voglia di scoprire nuove strade è tanta, fatto sta che Josè Vega, eccentrico e facoltoso aficionado nonché onnipresente tertuliano e amico dei toreri nella San Lorenzo del Escorial di inizio secolo, sogna di unire vacche del Duque de Veragua con tori di Santa Coloma.

Nel suo sogno, creare un esemplare che unisse la presenza del toro del Duque, di pura razza vazqueña , con la bravura del toro di Santa Coloma, avrebbe prodotto un toro superlativo nei tre tercios e richiesto dalle figure.

 

Saccus Tauri...cosas de toros: José Vega, ganadero

Al centro il ganadero José Vega

 

Non mancarono ambizione nè coraggio a Don Josè che, effettivamente incominciò realizzando un singolare incrocio ganadero tra 40 vacche del Duque de Veragua e un semental, “Cuchareto”, di Santa Coloma ramo Saltillo.

L’improvvisazione nel gestire l’allevamento fu la regola generale se è vero che, arrivato il giorno del primo herradero, ci si rese conto che non c’era nessun hierro con cui marcare a fuoco le bestie… per la cronaca il bestiame fu marcato con il ferro di un vicino, Primitivo Vacas (nomen omen direbbero i latini).

Il ferro in questione (una V con un palo sotto), successivamente apparterrà alla vedova Galache e oggi è di proprietà di Juasto Nieto.

 L’incostanza, la volubilità, i capricci e la mutevole indole del nostro eroe fecero si che Josè Vega, dopo soli 4 anni, si stancò del suo progetto e trasferì il ganado in Castilla, a Zamora, ai fratelli Villar, Francisco e Victorio.

Con i fratelli Villar, il progetto passa dall’essere un capriccio fantasioso ad assumere concretezza e consistenza;

i Villar lavorano con professionalità, danno personalità e bravura all’allevamento fissando gli elementi morfologici e comportamentali che segneranno l’encaste.

Regaleranno ai Villar identità proprie e una morfologia meravigliosa con mantelli dal tono bianco che distingueranno questi tori dal resto de la cabana brava.

Nel 1922 i fratelli si separano dando origine a due linee da cui sorgeranno  due ganaderie che saranno le piu’ prestigiose ed emblematiche di questa casta ovvero Galache e Sanchez Cobaleda.

Nello specifico, Il lotto di Vittorio Villar passerà di mano agli Encinas e infine nel 1939 ai GALACHE (che già avevano un allevamento, precedentemente in possesso di Felix Urcola), il lotto di Francisco Villar nel 1928 andrà ad Arturo SANCHEZ COBALEDA.

La bontà, mobilità, durata e humillacion dei Santa Coloma-Saltillo caratterizzerà il gioco dei Vega-Villar, un toro dotato di una bravura eccezionale, soprattutto nel 1°  tercio, qualità apportata dai Veragua

La linea Francisco Villar (i Cobaleda) risulterà più encastada , la linea Galache (i “Guirlaches” li chiamava Gregorio Corrochano) molto piu’ “dolce”, soave, con qualità e regolarità nell’embestida.

Una vera delizia per la vista sono i colori dei Vega-Villar, con gli spettacolari mantelli berrendos en negro, càrdeno, colorado, perfino jabonero, eredità vazquena e gli ensabanados.

 

Barcial, la leyenda de Vega Villar | Toro Cultura

 

Non mancano i toni capirote,  lucero, bragado, calcetero e  proprio per questo motivo verranno chiamati i “patas blancas”.

Il termine fu usato originariamente da Joselito de la Cal, professore di Tauromaquia della scuola di Madrid e servì a fissare nella mente degli aficionados questa particolarità, caratteristica dell’encaste.

Morfologicamente il Vega-Villar è generalmente basso, con manos cortas, gordo, panzudo, con la testuz rizosa.

Le corna sono molto più pronunciate nella linea Cobaleda (tori cornalones, spesso veletos e astifinos, talvolta coniabiertos), mentre i Galache hanno meno presenza.

Negli anni ’70, la corportura piccola e una certa mancanza di forza fu la causa della crisi di questo encaste che sempre più spesso ha trovato rifugio nelle piccole piazze e nelle corride di rejones.

Nella linea Cobaleda, la ganaderia di Barcial sta tentando di recuperare il sitio che fu dei mitici Vega-Villar e appare interessantissimo il progetto di Victorino Martin con la ganaderia di Monteviejo (di prevalente linea Cobaleda con più bassa percentuale Galache).

Una delle notizie di questo 2021, accolta con  entusiasmo dagli aficionados, è che in piena Feria de la Virgen de la Vega, a Salamanca, Josè Antonio Morante de la Puebla, domenica 12 Settembre, affronterà i Galache con El Juli y Alejandro Marcos.

Le mitiche “patas blancas”, torneranno ad essere combattute in una feria di postin da figurones.

Una ganaderia espressione di un encaste caratteristico, suggestivo, affascinante, ricco di storia e personalità.

Nel ruedo de la Glorieta scenderanno gli eredi dei tori creati da don Josè Vega e magari rivivremo le gesta di tori storici che fanno parte delle pagine più brillanti della della storia della tauromaquia.

 

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Toro de Francisco Galache (foto Diego Alcalde)

 

Vedendo i Galache nel ruedo, magari penseremo a  qualche Guirlache storico come Farolero, di Eusebia Galache, premiato quale miglior toro della Feria di San Isidro e combattuto il 14.5.1956  la tarde della confirmacion di Josè Ordoñez, l’alternativa del gran Antonio Ordoñez per mano di Miguel Baez Litri che gli cede la morte del toro Bravio il 28 giugno 1951, a Madrid, le faena con oreja nel 1943 e nel 1944 a Madrid di Manolete, Luis Miguel, più superbo del superbo pubblico di Las Ventas, autoproclamarsi numero 1 il 17.5.1949 e tagliare l’orecchio al 4°  toro, Coletudo con cui Aparicio ottenne un trionfo incontestabile nel San Isidro 1960, Antonio Bienvenida e la sua encerrona con 6 Galache nella corrida del Montepio de los Toreros nel 1955 quando trovò sulla sua strada lo splendido Lujurioso, ricorderemo S.M. El Viti e le sue 3 Puertas Grandes a Madrid con questa divisa (mitica quella del 1965 con le orecchie di Granicerote-2 e Camillero -1),  Paco Camino si consacrò a Madrid il 18.5.1963 con Colmeneron e Zancudon e poi Palomo Linares e El Cordobes che spesso lidiarono i tori di questa divisa .

 

Desplante de Miguel Baeze El Litri 1951 Madrid

 

Quasi tutte le piazze dell’orbe taurino sono state teatro delle gesta dei Galache:  Salamanca soprattutto e poi Alicante con la faena di Damaso a Perillo 1944, Burgos, Mont-de- Marsan, Valencia (Ponce si consacrò nella Feria di Julio 1990 con il gran Jugueton il giorno della caida de cartel de Dominguez e El Soro), Santander, Barcelona (enormi per bravura i lotti del 1980 e 1983 e tra le tante faenas ricordiamo quelle di Tomas Campuzano e El Califa nel 1999) e un infinità ancora…hanno visto cosiddetti "bombones" di Galache.

Ora, come Papa e Montoya anche noi aspettiamo los toros, trepidanti…

Sbarcheranno i Galache a Salamanca domenica 12 Settembre…

 

El Trinacria

 

 

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Paco Camino, Toledo 1961 toro de Galache (foto Botàn)

 

 

 

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