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Club Taurino Italiano

"Cataluña se equivoca!": ovvero, i tori di Ceret

 

5 agosto 2022

(Fotos: http://www.ceret-de-toros.com)

 

Ceret è un piccolo paese nel profondo sud della Francia, nei Pirenei Orientali. Meno di due ore da Barcellona e meno di venti minuti dal confine spagnolo, quella Spagna catalana che ha messo al bando la Corrida de Toros nel 2011 confondendo il rispetto animale con ragioni puramente politiche.

Ceret è la destinazione principe per il mondo torista, inopportunamente contrapposto al mondo torerista. In realtà, in un paese di meno di 8000 persone si nasconde un rito diverso, del più assoluto rispetto verso il toro e - in maniera sorprendente - del più assoluto rispetto verso ogni uomo che è nel ruedo.

Il pubblico di Ceret vuole un toro forte, che incuta rispetto e che trasmetta emozione. Un toro che non cada a terra dopo pochi passi, che faccia paura al solo vederlo, che ti faccia pensare che il torero sia davvero un eroe tanto coraggioso da giocare con la morte per divertire chi quel coraggio non ce l’ha.

I tori a Ceret si fanno durante la feria del paese. Non c’è l’atmosfera artistica e godereccia di Siviglia. Non c’è il silenzio di Madrid (o almeno, quel silenzio che ci dovrebbe essere ma che ora è un run run continuo). E’ festa, vino e birra. Musica, entrecot et pommes frites.

 

Ma quando esce il toro dal toril, tutto è silenzio.

Il pubblico francese ha le proprie fisse.

Guai se il picador passa la linea bianca, anche se il toro non ne vuole sapere di avvicinarsi.

Ogni tanto qualcuno urla “cruzate!!” senza sapere che sta suggerendo al torero un vantaggio anziché la “verdad”.

Grandi proteste quando il torero usa el estoque per far abbassare la testa al toro nel descabello (su questo concordo).

Al tempo stesso il pubblico francese è estremamente rispettoso.

Nel 2018 la Francia diventa Campione del Mondo durante il quinto toro della Corrida. Nessuno fiata. Nessuno. Solo alla morte del toro tutti iniziarono a saltare e festeggiare.

Nel 2021, davanti a una Corrida di Reta de Casta Navarra introreabile, impossibile e mansa il pubblico era a fianco ai toreri. Esaltandosi quando Sanchez Vara è riuscito a dare una serie di cinque o sei passi o sostenendo Miguel Angel Pacheco davanti a un sesto toro tanto pericoloso che tutti e tre i matador erano nel ruedo.

Per onestà, quasi tutte le proteste e le “barbaridades” sentite nella piazza avevano accento spagnolo. Il che è davvero un peccato.

 

 

Una menzione speciale è per la banda di musica.

Diversamente dalle piazze spagnole dove si suonano quasi solo Pasodobles (con eccezioni), a Ceret la banda è parte dello spettacolo. La musica del paseillo è sempre “El Paseo de Céret”, una sardana catalana dalla tonalità malinconica da far venire i brividi. Mentre tra quinto e sesto toro suona sempre “La Santa Espina”, altra sardana solo apparentemente più allegra che suonata la domenica pomeriggio rappresenta la quasi fine della festa.

Tra un toro e l’altro la banda sceglie cosa suonare e anziché una pausa, il cambio del toro è parte della festa.

 

 

La feria del 2022 è iniziata con una corrida di Dña. Dolores Aguirre, assolutamente ben presentata. Suertes de vara importanti in quasi tutti i tori.

Alberto Lamelas ha ottenuto una oreja barata, con petizione minoritaria che persino io ho protestato. E’ storicamente un torero molto amato dalla plaza, cosa che non giustifica il regalo.

Maxime Solera (torero fuori dagli schemi che uccide con la mano sinistra - cosa stranissima) ha avuto il miglior toro, il terzo. Peccato che la suerte suprema non sia davvero il suo forte.

Fastidioso invece Roman che nel secondo aveva la faccia di un cordero en el matadero e ha usato el estoque come fosse un cacciavite ma durante la lidia del terzo rideva di gusto, voglio sperare per qualche ciste malo.

 

Ci vediamo a Ceret il prossimo anno, magari con qualche torerista del CTI per discutere davanti a un piatto di carne alla brace dopo la corrida.

E, come dicono vari cartelli nella plaza, Catalunya se equivoca. El toro es cultura.

 

Rodolfo

 

 

 

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