Riprendiamoci El Batàn
8 giugno 218
Il 24 Gennaio del 1928, il torero Diego Mazquiaràn “Fortuna”, uccide un toro bravo in piena Gran Via. L’astado era scappato poco prima da una manada e stava creando il panico nel centro di Madrid.
Le cronache narrano che il torero di Sestao ricevette quella mattina l’ovazione più forte e sentita della sua brillante traiettoria e che “fue llevado a hombros en volandas hasta un cafè de la calle Alcalà”.
90 anni dopo, gli adolescenti che oggi si recano alle scuole di tauromaquia ad inseguire il più romantico dei sogni, invece sono spesso costretti a nascondere los trastos per evitare di subire insulti (“asesinos!”), da parte di un settore della società, incapace di rispettare non solo gli animali nella propria essenza ma anche e soprattutto gli uomini, le proprie tradizioni, le altrui opinioni.
Paradigmatica della mutata percezione del torero, passato da idolo a barbaro, nonchè dell’incapacità del mundillo di coalizzarsi per far fronte comune è la situazione attuale della Venta del Batàn.
Questa è stata la sede della scuola di tauromaquia (e di vita) “Marcial Lalanda” di Madrid dove sono cresciuti José Cubero “Yiyo”, José Miguel Arroyo “Joselito”, Julián López “El Juli” o José Pedro Prados “El Fundi”. Ed è stata anche vetrina dei lotti di tori impegnati a San Isidro, esposizione che peraltro, oltre al godimento degli aficionados, tanta aficiòn ha coltivato fino ad un recente passato.
A causa della politica “antisistema” dei soliti partiti e dell’indifferenza quasi generale del settore taurino, in questo momento il Batàn è inutilizzato, i tori non si espongono da circa 8 anni e la scuola è ufficialmente a Las Ventas.
Lo scorso sabato 2 giugno, si è svolta nei locali della scuola, una manifestazione in difesa del Batàn organizzata dal gruppo Tauromaquìa Integradas. Questa associazione, nata per difendere e promuovere la tauromaquìa è condotta con sapienza da Enrique Martìn Arranz (antico presidente della scuola ed in questi anni in perenne lotta con il sindaco di Madrid per mantenere lo spazio del Batàn), coadiuvato da toreri come Joselito Arroyo o Josè Luis Bote, aficionados e personalità del mondo della medicina e della politica.
Tauromaquìa Integradas vuole creare una piattaforma aperta a Club, Associazioni, Peñas e aficionados con sede ed epicentro nel Batàn che dovrebbe diventare un luogo d’incontro per il fomento della cultura taurina, la promozione dell’attività turistica legata al mondo del toro ed un appoggio mediatico per la causa taurina.
La piattaforma sarà aperta ad ogni associazione strettamente legata al mondo del toro (toro a piè, festejos populares, recortadores, corredores..) ma anche a club, associazioni o organizzazioni di caccia, pesca e galguistas ugualmente minacciati e perseguiti dalle aberranti filosofie contemporanee. Fortissima è la volontà di far tornare i tori al Batàn per San Isidro 2019 e la scuola di tauromaquia quanto prima.
Nell’incontro presieduto da Martin Arranz, si è posto l’accento sulla necessità che ognuno operi e cooperi per l’interesse comune, mettendo da parte invidie, rancori ed egoismi che troppi danni hanno provocato agli interessi della tauromaquia.
All’incontro erano presenti rappresentanti del mondo taurino come il nostro Club Taurino Italiano, rappresentanti di Associazioni taurine di Madrid, aficionados francesi, aficionados presenti a titolo personale o settori vari legati alla tauromaquia (soprattutto quelli dei festejos populares come le Peñas di Castilla-La Mancha) e un socio di ASPROT.
Durante gli interventi, si è anche discusso delle problematiche legate all’organizzazione di qualunque evento taurino, soprattutto nei piccoli centri. I municipi “anti”infatti, attraverso subdoli meccanismi e oscure manovre, cercano in ogni modo di boicottare e sabotare ogni rappresentazione legata al mondo del toro.
Tra circa un mese inizierà la fase operativa del progetto che prevede la riqualificazione dell’area del Batàn attraverso circuiti guidati per informare chiunque voglia avvicinarsi al mondo del toro, percorsi audio-visivi per divulgare la cultura taurina, la creazione di bar all’interno della struttura, il ritorno della scuola di tauromaquia (presente in quegli spazi da poco più di 40 anni) e soprattutto dei tori durante la Feria di San Isidro.
A proposito dell’esposizione dei tori, gustoso l’intervento del maestro Bote che ha raccontato come la propria aficiòn sia nata in quegli spazi. Si recava da bambino, accompagnato dal nonno, con in mano l’inseparabile bocadillo con tortilla per vedere i tori che poi sarebbero da lì a poco scesi nel ruedo de las Ventas. E chissà quanti aficionados si rivedranno in questo ritratto del torero madrileño.
E’ auspicabile si riesca a realizzare il progetto, certamente ambizioso ma importante come strumento di opposizione al pensiero “anti” e necessario per fomentare la cultura del toro, creare aficiòn e far conoscere il nostro mondo.
Los toros sono scuola di vita, rispetto, educazione, forma e sostanza, coraggio, valori spesso dimenticati nella vuota e superficiale società contemporanea. Los toros sono espressione della grandezza umana.
E’ sempre valido l’emozionante pensiero di S.M. EL Viti che troneggia nella palestra del Batàn:
“LLegar a ser figura en el toreo es casi un milagro.
Pero al quel lega podrà el toro quitarle la vida: la gloria, jamàs”
El Trinacria