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Club Taurino Italiano

Béziers, Arles e Nimes 2020: La Féria e le tradizioni in tempo di COVID-19

 

Una situazione non facile per il mondo taurino in questo interminabile pandemia che ha stravolto la vita dei cittadini e soprattutto degli aficionados.

Onore e rispetto a Robert Margé, Juan Bautista y Simon Casas ed ai sindaci di Béziers, Arles e Nimes, senza dimenticare Dax e Istres che con grande coraggio hanno affrontato tutte le paure ed i tanti pregiudizi, per dare la possibilità ad aficionados, toreri, ganaderos e professionales di non passare un anno sin toros.

Il tutto rispettando scrupolosamente tutte le normative sanitarie previste dalle leggi francesi.

Ancora una volta il mondo taurino gallo ha dato un grande esempio di coerenza, organizzazione, serietà e maturità dimostrando lo stesso coraggio e determinazione di chi si pone davanti al toro bravo.

Durante tutta questa lunga stagione 2020, personalmente, ho visto comportamenti coerenti, responsabili, attenti e rispettosi alle normative sanitarie imposte, quasi solamente nelle arene, nelle cerimonie religiose e nella gente che lavora i campi.

Non avevo alcun dubbio, anni di frequentazione assidua nelle plazas mi hanno garantito la certezza di trovarmi in mezzo a gente passionale, allegra, serena ed educata. Caratteristiche rare e quasi introvabili nell’attuale civiltà, e sono il frutto naturale di sentimenti antichi ormai quasi dimenticati: essere ligi alle norme di legge e con un forte senso del rispetto per se stessi e naturalmente per il prossimo.

Arrampicarsi e scendere con attenzione,nei posti denominati amphiteatro nel Colosseo di Nimes, o nelle ultime file di quello di Arles, attendere con ordine e pazienza sotto un sole cocente le lunghissime code imposte di controlli sui pericoli del terrorismo già dimenticato all’arena di Béziers, contrapposti ai comportamenti normali di frequentazione a stadi calcistici, metropolitane o semplici supermercati, rappresentano due modi opposti di intendere la società.

Dopo la delusione per la cancellazione della feria di Pasqua ad Arles, della Pentecoste di Nimes, di Ales e Istres, finalmente Béziers annunciava la sua feria ridotta, per omaggiare i venti anni di alternativa di Castella, inserendoci anche un festival benefico a motivo della despedida di Robert Margè dalla gestione dell’arena dopo 32 anni.

 

Non essendo possibile ricomporre il cartel del 12 agosto 2000 per la difficoltà legate per coinvolgere il testimone Josè Tomas, al padrino Enrique Ponce, l’impresa ha optato per una corrida mista con l’astro Lea Vicens.

Non si poteva mancare, per rivivere almeno in parte, quella magica tarde di vent’anni prima, l’inizio di una entusiasmante carriera di Castella, un torero che ad un coraggio, difficilmente eguagliabile ha abbinato uno stile personale ed una raffinata tecnica, che gli ha permesso di trionfare nelle arene di tutto il mondo, senza contare il premio per la miglior faena dell’anno 2015 a Madrid ed il record di orejas conquistate da un torero in attività, nella mitica Las Ventas.

Biglietti immediatamente acquistati, hotel di qualità, una volta tanto disponibile, a pochi passi dall’arena, hanno da subito rappresentato un ottimo stimolo per tornare a sorridere, nonostante i timori che anche questo appuntamento potesse all’ultimo saltare, per le regole sanitarie imposte.

Finalmente la data della partenza è arrivata, la città è quasi irriconoscibile, senza le bodegas, le bande e l’allegria tipica del midi francese.

Un puntata a Fleury d’Aude al mas de la Batisse a vedere nel loro habitat gli splendidi esemplari della ganaderia di Margè, un delizioso pranzo con il pesce selvaggio cucinato in semplicità da Joel e Valerie al Port du Chichoulet, abbinato ad un fresco rosè della Linguadoca, ci aiutano a ritrovare positività ed entusiasmo.

Tornando a Béziers contattiamo Orlando, grazie al nostro mitico presidente Paolo, un nuovo socio del CTI che vive in Germania che ha affrontato tutte le difficoltà logistiche per ammirare Castella, uno dei suoi toreri preferiti. Organizziamo di incontrarci e magari cenare insieme. Scatta immediatamente un empatia naturale fantastica, sembra di conoscerci da sempre, tante cose in comune, la passione del toro che ci unisce, tante cose da raccontare, da rivivere, da condividere. Ceniamo all’aperto, nell’accogliente piazza del comune, con l’allegria di alcune bande musicali, che cercano di scacciare dalla mente dei presenti, le paure e le insidie di questa anomala estate.

La serata vola e ci attendono tre attesi aventi nella storica arena e con il caldo sole dell’Herault. Abbiamo buoni posti ed anche abbastanza vicini.

Il mondo del toro biterrois è vivo, e nonostante tutte le difficoltà ha organizzato come sempre le cose in grande! Alle 11 la storica e unica cattedrale Saint Nazaire celebra la misa flamenca con penas et bandas e non possiamo mancare, poi il Cercle Riquet ci aspetta con il Déjeuner musicale, la stupenda animazione delle penas Y bandas, l’ottimo cibo ed i buoni vini del territorio,la presentation des cartels da parte delle Federation des Club Taurins, il recontre con la famille Gruss e dei loro 35 mitici chevaux che la sera prima avevano emozionato il pubblico nell’arena. Di colpo svaniscono tristezza e malinconia, ritroviamo il mondo del toro, la sua positività, la voglia di far festa insieme, aspettando l’evento clou del pomeriggio.

Nonostante le drastiche limitazioni numeriche delle entrate, l’arena presenta un bel colpo d’occhio, gente ordinata e tranquilla che applaude il tenore, che intona Matador ed inizia il paseo. Lea ed i suoi cavalli riempiono occhi e cuore, ma le emozioni più forti sono naturalmente per i tori di Margè e per il traguardo di un grandissimo Castella e del mito Ponce.

 

 

Tarde di emozioni con dedica di Ponce a Castella e di Castella a Margè, dopo le due meritate orejas di Lea Vicens, una orejas cada uno per i due toreri, bilancio condizionato dalla spada. Pubblico felice per il traguardo dei vent’anni di alternativa del suo beniamino.

Il giorno seguente ci gustiamo una interessante novillada sin cavallo e dopo l’ottimo pranzo al Cercle Riquet attendiamo un finale di emozioni di questo sognato fine settimana.

Al lleno del sabato, la bella sorpresa di un altro grande tutto esaurito, pur nell’aforo ridotto, per un festival ai fini benefici

Molteplici le motivazioni da emozioni per il pubblico, l’ultima apparizione nel ruedo di Béziers del beniamino Castella e la gratitudine per quanto ha fatto la famiglia di Robert Margè per l’aficion taurina francese e catalana e non ultimo il grandissimo cartel e con novillos di gran aspettativa.

La tarde ha superato ogni aspettativa in fatto di emozioni, pathos coreografia, buoni sentimenti, gratitudine. Sono emersi tutti i valori insiti nel mondo taurino e nel cuore degli aficionados e dei toreri.

Grande Lea frente al Murube, purtroppo,con el mal uso de los aceros, la meritata orejas è diventata ovaciòn.

Due orejas Castella, ad un noble di Culle con gli accordi della musica del Bolero di Ravel, dos di Escribano al non facile Pages-Mailhan, una a Urena e l’indulto con dos orejas Y rabo simbolico per un Miguel Angel Perera ad un meritorio astado di Margè.

Il torero di Puebla del Prior,dopo essere stato volteado duramente all’inizio della faena de rodillas, ha fatto rimanere tutta la piazza in piedi con un’attuazione di grandissimo livello di figuras, temple, ligazon, entrega, personalid.

Per chiudere alla grande il pomeriggio e la mini feria i toreri regalano il sobrero di Gallon per torearlo tra tutti, Castella al capote, Escribano che lo colloca al cavallo del picador montato da Lea Vicens, Escribano, Castella e Perera alle banderillas Urena ed Olsina con la muleta ed ancora Escribano con la spada. Due orejas e pubblico deliziato e felice. Un gran finale con l’emotivo omaggio a Robert Margè da parte della città, di tutti i toreri e del pubblico con un interminabile e sentito applauso.

Chiaro, si è trattato di un festival a scopo benefico, però nell’arena succede a volte il mistero di una emozione unica, del duende, della leggerezza, che trasforma il tutto in un clima magico di emozioni indimenticabili.

Grandissimo risultato economico del festival benefico che ha donato al centro Hospedaliero di Béziers la somma di Euro 101.660,00 a dimostrazione dello spirito solidale del mondo taurino.

Un gran finale nello splendido cortile della avenue che porta all’arena, ancora con la splendida organizzazione della Federazione dei Club Taurini al Cercle Riquet, con l’Hommage aPaco Urena, in occasione della sua presentazione a Béziers, un bel diner con Spectacle Flamenco, una grande bottiglia di Champagne offerta dall’amico Orlando per brindare insieme, paad una feria ben organizzata e piena di emozioni.

Approfittiamo della tregua concessa dal virus per un viaggio nella splendida Linguadoca, spingendosi fino ai confini della Spagna per rivedere l’affascinante Colliure, con la sua bella arena, che in tempi recenti era attiva con la feria dedicata a San Rocco con un fantastico finale di fuochi d’artificio sul mare, una breve divagazione a Banlyus patria di uno dei pochi vini da abbinare al cioccolato, ed all’interno della costa catalana, siamo nei pressi di Ceret, una mitica arena da corride toriste, il paesaggio è scarno, duro, essenziale. Rocce, case in pietra, nessuna pianta ornamentale o rotonde fiorite. Paesi pulitissimi, senza alcuna attrazione per turisti, che evidenzia il carattere forte,senza fronzoli dei catalani. Non cerchiamo tori o arene, ma i vitigni della famille Dornier ed i loro fantastici vini del loro mitico Clos Des Vins d’Amour

Non abbiamo voglia di lasciare questa bella parte della Francia, e decidiamo di sostare ancora una sera in mezzo ai vigneti del Minervino, ci aspetta la magia del ponte di Millau prodigio di tecnica ingegneristica, armonia ed estetica. Vogliamo finire in bellezza, lontani dal caos delle spiagge, affollate anche in questo difficile anno. Viene spontaneo l’altipiano dell’Aubrac, a Laguiole, non alla ricerca dei bellissimi e carissimi coltelli, bensì alla maison Bras, una avveniristica astronave progettata dal geniale architetto dove la famiglia BRAS mette in tavola tutto l’amore per la loro terra.

Prima del definitivo ritorno non poteva mancare un cote de boeuf “ fleur d’Aubrac avec Aligot ed una mini scorta dei famosi formaggi del territorio.

 

I giorni che mancano per la feria du riz di Arles sono interminabili, i canali televisivi italiani continuano a mandare notizie allarmanti, sulla diffusione del virus nella vicina Francia, ed anche in Provenza, temiamo che gli sforzi della citta di Arles e di Juan Bautista per organizzare la tre giorni vengano ancora frustrati.

Finalmente il 12 settembre arriva, e alle 8 di mattina siamo già con l’auto ai 2.000 metri del colle della Maddalena direzione Arles.

Il comitato organizzatore ha fatto le cose in grande, nonostante i rischi e le insidie di una sospensione. El Juli, Paco Urena ed il promettente Adrien Salenc con tori di Victoriano del Rio, Jandilla, Santiago Domecq Garcigrande, Alcurrucen e Pages Mailhan in una classica corrida Concours.

L’affluenza del pubblico è buona, ma i timori sanitari degli ultimi giorni hanno impedito di riempire tutti i posti disponibili.

El Juli emotivamente brinda la faena “alle vittime del Covid e al mundo del toro che està siendo discriminato”, si merita una grande ovacion con il non facile di Victoriano del Rio, e taglia una meritatissima oreja con l’astado di Garcigrande, grazie alla tecnica y esperienza e imponendosi con la sua innata autorità nel finale della faena.

Ad Urena tocca un Jandilla che non umilia, sempre sulla difensiva, con attacchi bruschi e senza ritmo. Con la mano sinistra effettua una faena di molta esposizione e sforzo sincero che meritano applausi sinceri , ma scontano la non collaborazione del toro.

Anche il toro di Alcurrucen che gli tocca al final,difficilissimo, manso con forza bruta e sin entrega. Urena compie una faena larga di mucha verdad,il pubblico che, comprende la difficoltà e l’abilità del matador chiede con forza ed il presidente concede, una meritata orejas.

La bella serata di Adrain Salenc, un giovane torero di Nimes che ho seguito sin dai suoi esordi e anche nella sua alternativa ad Istres nel 2019 con Roca Rey e Juli non mi ha sorpreso. È un ragazzo con un ottima tecnica, con buona naturalità e la giusta dose di coraggio ed autorità. Sembra molto più maturo ed esperto di quanto possa onestamente esserlo. Gli tocca in sorte il miglior toro della serata e credo della feria, un grande astado di Santiago Domecq,animale noble con fijeza Y recorrido. Adrian, geniale con il capote, trasmette al pubblico la sua calma, pazienza e soprattutto la sua suavidad e freschezza con la muleta. Meritata oreja anche per la bella estocada.

L’ultimo toro, un aggressivo e ben armato Pages Mailhan mette alla prova le capacità e l’esperienza del giovane, che non arretra di un millimetro e domina il difficile astado, Una bella estocada gli vale la meritata orejas e l’uscita ad hombros.

 

 

Buona entrata di pubblico alla novillada mista tutta arlesiana della domenica mattina, dove Adam Samira dimostra le sue qualità frente ad un esigente novillo di Yonnet con orejas di merito e perde la seconda per la spada al serio novillo di Fernay.

Una meritata oreja all’eral di Jalabert al novillero sin cavallo Fabien Castellani,mentre sul secondo non trova opzione.

Tristan Espigue che debuttava con cavallo perde l’orejas con il mal uso della spada sul primo novillo di Yonnet e riceve un carinosa ovacion del pubblico per il suo lavoro con il serio utrero di Fernay

Aspettiamo il gran finale del pomeriggio e mentre ci gustiamo una splendida come sempre Arles, purtroppo senza l’allegria della feria, mancano i punti classici di riferimento, l’auberge Espagnol, il club Taurino vicino al comune, la mitica Bodéga de Andalouses nella chiesa sconsacrata sulle rive del Rodano, e tutti gli altri classici punti di ritrovo. Commentiamo l’intervista pubblicata sul quotidiano locale di Juan Bautista, dove parla della feria e delle sue belle tradizioni messe duramente alla prova dalla pandemia prolungata.

Sulla necessità che gli appassionati vincano paure e timori e si battano perche queste belle tradizioni rimangano e continuino nel tempo. La feria di Arles è stata fatta con tutte le misure di sicurezza possibili 5.000 posti su una capienza di 12.300, entrata scaglionata due ore prima, posti distanziati, biglietti scannerizzati, mascherine obbligatorie, dentro fuori e nei dintorni, uscite per categorie. Effettivamente constatiamo che le misure sanitarie sono serie e rigorose, nei supermercati e sulle spiagge abbiamo visto negligenze pazzesche.

Concludiamo che la nostra partecipazione, oltre alla voglia di vedere corride dal vivo, ed in sicurezza, voleva essere una doveroso riconoscimento e contributo agli impresari taurini ed alle amministrazioni delle città che con impegno, rischi sensibilità e tanto lavoro hanno voluto organizzare le tre ferie e non trascorrere un anno sin toros. Se il mondo taurino, e gli aficionados non sentono questo dovere morale, non possiamo aspettarci che altri difendano le nostre passioni.

Finalmente arriva l’ora dell’appuntamento tanto atteso, un mano a mano da brividi in una corrida mixte. In arena il re dei toreri a cavallo Diego Ventura con tori di Espartales e Prieto de la Cal e Antonio Ferrera un matador che nella sua maturità, con grande classe ha portato importanti innovazioni nel modo di torear y matar.

C’è la curiosità mia di vedere per la prima volta un Prieto de la Cal con un rejonador, e aspettando le emozioni che potrà regalare Antonio Ferrera.

Superbo Ventura specialmente sul terzo toro e incredibile la fiammata del toro di Prieto de la Cal, purtroppo di breve durata

Ferrera in piena ispirazione fa una prestazione grandiosa con naturales senza fine ed il corpo in totale abbandono. Due tori di Zalduendo e la Quinta premiati con la vuelta al ruedo e tre orejas che potevano essere almeno 4 se entrava la spada con il primo toro.

Una Feria Speciale, che ha visto 13 ganaderias coinvolte in due giorni, per tutte le sensibilità, una novillada con buon pubblico pagante , passaggio obbligato per un radioso avvenire. Feria du Riz che si chiude con un grandissimo successo di due vedettes, tra le antiche pietre del Colosseo Romano.

 

 

 

Nonostante l’allerta nelle grandi città vicine, Nimes conferma la sua feria des Vendanges, con cinque corride in 4 giorni. Vorremmo esserci sempre in arena, ma dobbiamo scegliere e il cuore ci dice Ponce Y Manzanares. Con sofferenza dobbiamo rinunciare alla mixta con Castella del giovedì ed il mano a mano di Castella con Perera alla domenica con i Jandilla.

Con Ponce a Nimes si và sul sicuro, un idillio d’amore che dura da trent'anni. I tori di Victoriano del Rio sono fantastici, ed erano quelli destinati per la feria di avril di Siviglia.

Con il secondo toro del maestro Ponce, accolto come sempre da una incredibile applauso dal pubblico, applauso che con la solita signorilità condivide con i suoi compagni, con la musica del maestro Morricone per il film “Mission” si crea una sinfonia d’amore, amore per il toro, amore per il torero, amore per il pubblico.

Una faena a base di estetica,temple e grande capacità, conclusa con la classica Poncina, premiata dal presidente con il doppio trofeo che, dopo la meritatissima orejas tagliata al primo toro, porta Ponce ad aprire per l’ennesima volte la Puerta de los Consules.

Emilio de Justo perde con la spada, la puerta grande con il secondo toros de Cortes, premiato con la vuelta al ruedo, dopo una buona orejas sul primo toro, mentre Curro Diaz ci ha deliziato con buoni dettagli nella sua prestazione, con un finale non all’altezza per l’uso della spada.

L’attesa della corrida del giorno successivo, sabato è guastata dalla notizia dell’assenza di J.M. Manzanares sostituito da Luque.Andiamo a visitare il rinnovato museo taurino di Nimes, con la stupenda sala che ricorda le gesta dell’epica encerrona di Jose Tomas del 16 settembre 2012, e proviamo ad immaginare la plaza e la citta di Nimes quest’anno nelle due tardes previste con il geniale J.T.

Vi è curiosità per l’alternativa di Marcos, nipote del ganadero recentemente scomparso Domingo Hernandez, e di vedere i progressi di Juan Leal.

Nimes è una piazza di alternativa di molti toreri, e questa cerimonia regala sempre emozioni particolari.

Daniel Luque esibisce in entrambi i tori tutta la sua capacità, esperienza e grande tecnica, purtroppo il cattivo uso della spada trasforma le orejas in ovacion.

Marcos con un lote non facile di tori, cerca la connessione con il pubblico ed esibisce buoni dettagli,dedica il suo toro di Alternativa “Borrachito” mirando al cielo in ricordo del suo abuelo, ma non riesce ad andare oltre all’ovazione in entrambi i tori, anche per il malfunzionamento della spada.

Juan Leal, impone il suo toreo in Nimes, cosa non facile il quanto il pubblico è più portato alla scuola artistica dell’eleganza,della tecnica.

Il giovane torero di Arles con la sua personalità, esprime un modo di toreare basato sul valore, sul dominio, sulla vicinanza al toro e sul coraggio. Con la maturità ha reso più elegante la sua versione con il capote e migliorato moltissimo l’uso della spada.

Molti critici taurini sono molto duri con lui, a mio avviso ingiustamente, Juan Leal esprime un modo diverso di toreare, un combattente, come Roman. Ed anche i Presidenti delle arene finiscono per penalizzarlo, come già succedeva con Padilla, dove, poche volte, vi era la stessa identità di vedute con il pubblico. L’anno passato a Bilbao con i Miura è successo come in questa occasione a Nimes, il Presidente gli ha negato una meritata salita per la Puerta de los Consules.

Possiamo discutere all’infinito cercando di comparare la porta grande di Ponce del giorno precedente con le due orejas concesse ai due tori di Juan Leal che gli hanno impedito lo stesso risultato di Ponce.

Due modi di toreare troppo distanti per essere paragonati, però due modi autentici di stare nell’arena. Personalmente e come il sottoscritto, la maggior parte del pubblico, si riteneva giusta l’apertura della porta de los Consules, quale premio meritato dal giovane arlesiano. L’augurio sincero è che il suo entusiasmo, il suo personale modo di interpretare la corrida, la sua audacia ed il suo smisurato coraggio gli permettano di trovare la sua giusta collocazione nell’escalafon dei toreri.

Usciamo dall’arena con una nota di malinconia, sia per la mancata concessione del meritato premio a Juan Leal, sia per il cielo che promette pioggia, ma soprattutto per non potersi fermare ancora per assistere al mano a mano tra Castella e Perera. Pensiamo all’encerrona del 18 ottobre a Istres dell’eroe di oggi, Juan Leal a scopi benefici, sperando che la pandemia che preoccupa tutto il mondo, ma in particolare la Francia in questi giorni possa fermarsi e darci la possibilità di vedere ancora una tardes di tori in questo complicato 2020. Ci manca San Miguel a Siviglia, ci manca Roca Rey, pensiamo alla città in festa come l’abbiamo sempre conosciuta. Oggi con l’Imperator chiuso, l’Atrià semideserto, il Lisita senza bodegas, il bar de la Bourse ascettico, rimane solo lo Cheval Blanc a tenere alto lo spirito della fiesta. Mi pare lo dicesse Belmonte “casca la castagna, la stagione dei tori è finita”. Cerchiamo di schiacciare la malinconia che cerca di attanagliarci,cerchiamo di pensare positivo, di dimenticare tutte le difficoltà e complicazioni causateci da questo virus e proviamo come sempre a tenere in caldo le energie, per prepararsi alla nuova vita, nuovi programmi, nuovi cartel, nuove plazas da scoprire per questo rito senza tempo, per provare ancora e nuovamente il desiderio di emozionarci e sentirci vivi. I sogni se sono intensi si avverano.

Remingway

 

 

 

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