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Club Taurino Italiano

Tertulia d’autunno nella Casa del Toro

 

27 maggio 2025

 

Era l’Estate di San Martino e percorrevamo le strade del Piemonte. Dopo un’intera giornata dedicata alla gastronomia, all’enologia ed alla contemplazione dei paesaggi delle Langhe, giungemmo alla Casa del Toro, la casa-museo, concepita da Remingway come per cristallizzare la sua esperienza di aficionado. È lì che avevamo deciso di evocare insieme il percorso di colui che si può designare solo come un riferimento assoluto, un “Torero de Época”: Enrique Ponce. Oggi, è la forma viva del dialogo che mi sembra la più giusta per ritrascrivere colla dovuta esattezza quella conversazione, ritrovandone sia lo spirito che la lettera negli appunti presi quella sera:

Remingway : Enrique Ponce, credo che sia un nome sinonimo di classe, signorilità e capacità. In questo 2024, l’abbiamo visto tornare felicemente, dopo aver risolto problemi personali, di ordine affettivo.

Esteban : In effetti si era sorprendentemente ritirato nel giugno del 2021… Cosa non si è letto e sentito in quel periodo!

Remingway : Cerchiamo di capire cos’è successo...

Esteban : C’erano le critiche di sempre: la prima, quella ormai obsoleta d’un torero che non avrebbe “rischiato”, o non abbastanza, davanti al toro, come se il rischio più grande non fosse di dominare l’animale con classe, eleganza, ed apparente facilità (concetto già espresso nel trattato storico di Francisco Montes “Paquiro”)! Critica obsoleta, dico, in quanto avrebbe dovuto sparire definitivamente col nuovo riconoscimento del torero a Las Ventas, la plaza più importante del mondo col pubblico più esigente del mondo, colla sua parte integralista che per anni aveva sistematicamente considerato Enrique Ponce come un bersaglio. Venne la quarta Puerta Grande, nel 2017, e poi l’importante tarde del 2018… Ma per riprendere l’antifona (lanciata anni prima da quelli che vedevano più “verdad” da toreri che si facevano prendere dal toro) veniva ormai altra gente: una parte dell’afición ossessionata dal concetto d’un toreo pesante, che dovrebbe “rompere” il toro ad ogni costo (piuttosto che dargli la possibilità di esprimere tutta la sua bravura dandogli fiducia: quello che si chiama “torear a favor del toro”).

Enrique Ponce, León (Spagna) 2021

Remingway : Critiche insignificanti, riguardo alla carriera del Maestro…

Esteban : … Ma critiche che avranno potuto ferirlo in un momento delicato della sua esistenza. Ci fu anche l’ingiustizia palese di alcuni presidenti, proprio nel periodo più difficile della pandemia, quello del 2020, dell’inizio del 2021… Pochi giorni prima di ritirarsi, Ponce liberò la sua parola nella plaza di Alicante, lasciando registrare il suo 

sfogo, dopo che un presidente gli avesse negato un secondo trofeo non solo meritato, ma richiesto con forza dal pubblico. Disse in sostanza: “noi nel ruedo diamo tutto, poi uno solo seduto qui sopra tutto rovina”.

Remingway : E si ritirò.

Esteban : Ma purtroppo non era finita. Si sentì allora una specie di storia alternativa, un racconto critico quanto fasullo, che diceva: “Ponce (ed anche Castella, tra l’altro…) si è messo da parte quando c’era bisogno di tutti per salvare la fiesta”! E questo era non era niente meno che il contrario della verità.

(Mentre parlo, Remingway si alza e va ad aprire un armadio… per tornare con uno dei suoi innumerevoli archivi, ricordi stampati e testimonianze di decenni di afición. Sul tavolo, ecco l’anno 2020, ed ecco una prima pagina del quotidiano francese “Midi Libre”).

Ponce trionfa a Nîmes nel settembre 2020

 

Remingway : Eccola, la verità. Ponce a Nîmes nel settembre del 2020. Chi si ricorda cos’era una “feria” in quel periodo? Si usciva dalla plaza alle 19:00, e non c’era niente in città: ristoranti, bar, supermercati chiusi. Coprifuoco. Veicoli di polizia all’angolo della strada. Quelli che hanno “tirato il carro”, allora, sono pochi, e Ponce era forse il primo di loro. Con Castella, a Béziers, e poi a Nîmes, ed anche a Granada a fine settembre, ancora con Castella, quando sembrava ogni giorno più improbabile organizzare fosse una singola corrida!

Esteban : La verità dei fatti, non si può cancellare.

Remingway : E Ponce nel 2024 finalmente è tornato, e siamo stati testimoni del suo riconoscimento nella Storia.

Esteban : Prima di ripercorrere con te questa temporada, vorrei che tornassimo proprio su questa dimensione storica. Quando Enrique Ponce inizia la sua carriera di matador de toros, sono ancora in attività toreri come Manzanares padre, Dámaso Gonzalez, Ortega Cano, Espartaco, puntualmente torna pure Paco Ojeda, ed arriva Cesar Rincón… Già Ponce dimostra di essere in grado di rivaleggiare con tutti loro. Poi, nel 1996, surge la rivalità con Joselito (del quale ero sostenitore, pur riconoscendo tutte le qualità del giovane maestro valenciano). In alcune corride, pare che il madrileno stia prendendo il sopravvento, scrivendo anch’esso grandiosi capitoli della storia del toreo… Ma al finale, si impone la regolarità di Ponce nel trionfo, e si può dire che esce lui vincitore dal confronto.

Da destra a sinistra: Joselito, Ponce, Rivera Ordoñez: cartel emblematico degli anni ‘90

Poi altri nomi, altre figuras sorgono ancora, ma Ponce sempre ci sta: lo si vede ai lati di almeno tre generazioni di toreri, per finire alternando con Andrés Roca Rey. Rimane però un episodio sul quale vorrei proprio conoscere il tuo punto di vista: quello dello scontro fallito con José Tomás. Si dice che Ponce fosse totalmente disposto a toreare giunto a Tomás, ma che quest’ultimo non ci stesse…

Béziers 2000: Ponce padrino di alternativa di Sebastián Castella.

Il testimone, stranamente non inquadrato, era… José Tomás.

Remingway : La risposta sta nella personalità di Ponce. Col suo concetto e la sua capacità, non ha niente da dimostrare. Non riesco a vedere Ponce, come persona, in contrasto con un altro torero. Impone la sua tecnica, il suo modo di toreare. Era  pronto a toreare con José Tomás com’è sempre stato pronto a toreare con tutti, e soprattutto coi migliori; e rispetta tutti. Non vuole a tutti costi essere il Numero Uno, vuole solo essere se stesso. Da parte sua, José Tomás si ritirò per alcune temporadas, forse perché rischiava tantissimo, a prezzo di cornadas, ma anche perché aveva certe difficoltà colla spada. Tornato, ci regalò delle tardes assolutamente indimenticabili, ma vide anche trionfare, a suo svantaggio, toreri come Miguel Angel Perera, col quale alternava spesso.

Esteban : Avremmo visto ripetersi con José Tomás quanto era già successo con Joselito?

Remingway : Non lo sapremo mai. Una cosa è certa: quest’anno, abbiamo visto l’afición, ed il grande pubblico, ridare al Maestro Ponce tutto quanto lui aveva dato per decenni.

Esteban : Eccoci dunque a questo 2024 poncista: parliamo delle corride che abbiamo visto dal vivo. Fu a Nîmes il grande ritorno, il venerdì di Pentecoste. Purtroppo non mi fu possibile esserci; tu, invece, eri sugli spalti del cosiddetto “Colosseo” di Nîmes. Credo che i tori di Juan Pedro Domecq siano stati deludenti… 

 

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