La situazione legale della Tauromachia in Spagna (parte 1)
(foto: quadro di Eduard Manet, "Bullfight 1865", Musée d´Orsay)
10 aprile 2018
La tauromachia è un tema giuridico attualmente molto dibattuto, in Spagna come in America Latina, e l’offensiva animalista ne ha esacerbato i toni e i riflessi politici.
La corrida è Il fenomeno che nei secoli ha concorso a costituire l’identità spagnola nell’immaginario collettivo (1) (ad esempio il Nobel Vargas Llosa sostiene che “La Fiesta de los Toros ha enriquecido extraordinariamente nuestra cultura y es una de nuestras mejores señales de identidad, en el campo del arte, de la creación y de la belleza”) ed ha contraddistinto oltre che l'intera penisola Iberica, anche l’America Latina. (2).
Come noto, però, via via nel corso degli anni Isole Canarie, Baleari e Catalogna hanno vietato le corride, dando luogo a proteste e contenziosi, anche a livello costituzionale.
Le Canarie furono le prime ad intervenire, mediante la Ley de Protección de los Animales del 1991, che, secondo l’interpretazione invalsa, (che non pare però tenere conto della lettera della norma), ha proibito le corride in tutte le isole, malgrado in realtà la stessa abbia ad oggetto esclusivamente gli animali domestici e da compagnia, non certo los toros de lidia.
Più recentemente, la messa al bando nel 2010 delle ‘Fiestas’ taurine in Catalogna è stata approvata con una legge regionale di iniziativa popolare, dopo la presentazione di 180 mila firme presentate dagli animalisti, ed è in vigore dal 2012.
Il divieto trae spunto più da intenti nazionalisti ed indipendentisti che da preoccupazioni animaliste, ed ha immediatamente suscitato proteste sia a livello giuridico – costituzionale che tra gli aficionados, ai quali si impediva – malgrado la lunga tradizione taurina catalana (nel 1542 Barcellona rendeva omaggio al principe Filippo, futuro Filippo II, con "luminarias, danzas, máscaras y juegos de toros") – di godere di uno spettacolo legittimamente agibile invece al resto dei cittadini spagnoli.
In termini strettamente giuridici, la Costituzione Spagnola post franchista del 1978 non fa espressa menzione della tauromachia, limitandosi in generale a fare riferimento alla soggezione dei cittadini e dei pubblici poteri all’ordinamento giuridico, garantendo i principi di legalità, gerarchia normativa, certezza del diritto e divieto di pubblico arbitrio: tali principi, di per sé astratti, in realtà garantiscono al mondo taurino il diritto fondamentale alla tutela giudiziale effettiva ed efficace, ai limiti posti dalla legalità costituzionalmente garantita alle sanzioni amministrative e penali eventualmente applicabili al fenomeno taurino (arts. 1, 9, 24 y 25).
Inoltre la Costituzione riconosce e garantisce quali diritti fondamentali quelli relativi alla creazione e produzione artistica, al libero esercizio delle professioni e la libertà di impresa nell’ambito dell’economia di mercato (arts. 20, 35 y 38). Sono principi perfettamente applicabili a ganederos, toreros, apoderados.
La Costituzione obbliga i pubblici poteri a promuovere e tutelare l’accesso alla cultura, e garantire la conservazione e promuovere lo sviluppo del patrimonio storico, culturale ed artistico delle comunità spagnole e dei beni (materiali e non solo) che lo costituiscono (arts. 44 y 46).
Pertanto, la materia relativa a la Fiesta de los Toros non risulta nè di competenza esclusiva dello Stato nè fra le competenze esclusive delle Comunità Autonome Regionali (arts. 148 y 149)
Tra le competenze statali si annovera però la difesa del patrimonio culturale, artistico e la sicurezza pubblica, e si precisa che il servizio della cultura e' dovere ed attribuzione essenziale dello Stato; per quanto riguarda le Comunità Autonome, sono di loro competenza "la ganadería, el fomento de la cultura o la promoción y ordenación del turismo en su ámbito territorial. "
Si tratta evidentemente di attività tipiche della moderna tauromachia; la Costituzione spagnola assegna alle Comunità competenza esclusiva sui pubblici spettacoli, mantenendo alla competenza statale la pubblica sicurezza e assumendo un'espressa riserva (art. 8.2.º ) «al Estado la facultad de dictar normas que regulen los espectáculos taurinos», rimettendo la sola regolamentazione esecutiva di dettaglio alle Comunidades Autónomas.
Peraltro, le Comunità hanno di fatto allargato la propria sfera di competenza dall'ambito degli “espectáculos públicos” a quello taurino: la sempre più agguerrita componente animalista presente in molteplici partiti Spagnoli ha poi saputo orientare i legislatori delle singole Regioni e le amministrazioni locali in senso antitaurino, determinando persino regole municipali ostili alle più tradizionali feste taurine.
A fronte di tali "invasioni di competenze", lo Stato Spagnolo ha reagito, seppure a fatica, con una normativa ad hoc; già le leggi 48-1999 e 12059-1999 riconoscono l’inscindibile connessione esistente tra la fiesta de los toros ed il patrimonio culturale spagnolo, il che permette allo Stato di regolamentare gli aspetti tecnici degli spettacoli taurini “mediante los que se persigue el sometimiento de su celebración a reglas técnicas y de arte uniformes que eviten su degradación o impidan que resulte desvirtuada en lo que podemos considerar sus aspectos esenciales”.
Finalmente, dopo la presa di posizione assunta dal Parlamento Catalano nel 2012, le Cortes spagnole hanno emanato la legge n. 18 del 12 novembre 2013, avente ad oggetto la regolamentazione della “Tauromaquia como Patrimonio Cultural”, che rappresenta, una pietra miliare per il destino della tauromachia, attraverso il riconoscimento formale della Fiesta come patrimonio immateriale della cultura spagnola.
M. Belmonte
(continua)
(1) Don José Ortega y Gasset: "Afirmo de la manera más taxativa que no puede comprender bien la Historia de España, desde 1650 hasta hoy, quien no se haya cimentado con rigurosa construcción la historia de las corridas de toros en el sentido estricto del término, no de la fiesta de toros que, más o menos vagamente, ha existido en la Península desde hace tres milenios, sino lo que nosotros actualmente llamamos con ese nombre. La historia de las corridas de toros revela algunos de los secretos más recónditos de la vida nacional española durante casi tres siglos."( J. Ortega y Gasset, “La Caza y los toros”, Madrid Espasa-Calpe, 1962)
(2) Venezuela, Perù, Messico, Ecuador, Colombia, Costa Rica, Panama, Bolivia hanno tradizione di corride, così come il sud della Francia e, con aspetti peculiari, il Portogallo