La situazione legale della Tauromachia in Spagna (parte 2)
(foto: quadro di Pablo Picasso, "Corrida de Toros", 1934)
4 maggio 2018
Dopo la presa di posizione assunta dal Parlamento Catalano nel 2012, le Cortes spagnole hanno emanato la legge n. 18 del 12 novembre 2013, avente ad oggetto la regolamentazione della “Tauromaquia como Patrimonio Cultural”. Questa ha come scopo dichiarato (Preambolo, pag. 2) “delimitar la Tauromaquia como parte del patrimonio cultural digno de protección en todo el territorio nacional”.
La norma si distingue per un suo preambolo storico-descrittivo molto interessante, che si sofferma sulla storia e le caratteristiche della tauromachia, e che vale la pena di leggere.
“El carácter cultural de la Tauromaquia es indiscutible y merece ser preservado como un tesoro propio de nuestro país, rico en culturas distintas. Esa específica manifestación cultural ha sido, incluso, exportada a otros países que la desarrollan, promocionan y protegen.”
Il Preambolo dà conto dell’esistenza di cittadini proccupati del trattamento subito dal toro di lidia, ma conclude che per la maggioranza degli spagnoli la tauromachia fa parte del loro patrimonio culturale e storico, e pertanto “ es responsabilidad de los poderes públicos asegurar la libertad (…) y, en este caso, del desarrollo de cualquier expresión artística, como es la Tauromaquia, y el respeto hacia ella.”
Il Preambolo aggiunge che “lo que sí podemos afirmar es que la Tauromaquia conforma un incuestionable patrimonio cultural inmaterial español, que no ostentamos en exclusiva, sino que compartimos con otros lugares como Portugal, Iberoamérica y el sur de Francia”.
L’art. 1 recita:
“A los efectos de esta Ley, se entiende por Tauromaquia el conjunto de conocimientos y actividades artísticas, creativas y productivas, incluyendo la crianza y selección del toro de lidia, que confluyen en la corrida de toros moderna y el arte de lidiar, expresión relevante de la cultura tradicional del pueblo español. Por extensión, se entiende comprendida en el concepto de Tauromaquia toda manifestación artística y cultural vinculada a la misma.”
La legge chiarisce che la “Tauromaquia como patrimonio cultural español, forma parte del patrimonio cultural digno de protección en todo el territorio nacional, de acuerdo con la normativa aplicable y los tratados internacionales sobre la materia” (art 2 – è un evidente richiamo ai principi dettati dall’UNESCO in materia di protezione di ogni patrimonio immateriale dell’umanità).
Viene solennemente statuito che: “En su condición de patrimonio cultural, los poderes públicos garantizarán la conservación de la Tauromaquia y promoverán su enriquecimiento, de acuerdo con lo previsto en el artículo 46 de la Constitución” (art. 3)
Successivamente, è stata approvata la legge n. 10 del 26 maggio 2015, per la salvaguardia del Patrimonio Cultural Inmaterial, che detta le norme operative di protezione del Patrimonio Culturale Immateriale degli Spagnoli, chiarisce l’esigenza di porsi quale baluardo, a livello nazionale ed internazionale, a salvaguardia di tutte le forme di espressione della cultura tradizionale dell’intero popolo spagnolo, e dà conto della valenza anche sovranazionale della normativa adottata.
La legge intende quindi porsi quale norma di “tratamiento general del patrimonio cultural inmaterial”, e chiarisce una serie di principi cardine, riguardanti anche la Tauromaquia, quale bene culturale patrimonio di tutti gli spagnoli; partendo dall’art. 149.2 della Costituzione ( «Sin perjuicio de las competencias que podrán asumir las Comunidades Autónomas, el Estado considerará el servicio de la cultura como deber y atribución esencial…»), la legge sottolinea la competenza delle istituzioni incardinate nell’Amministrazione Generale dello Stato nella difesa e diffusione di ciascun bene costituente Patrimonio immateriale, in collaborazione con le Comunità Autonome, ma mantenendo un proprio ruolo di indirizzo e coordinamento .
La legge inoltre disciplina (art. 6-10) i mezzi di carattere educativo, di promozione e diffusione dei beni costituenti patrimonio culturale immateriale, di loro fruizione pubblica e gestione, da condividere con le Comunità e gli Enti Locali, attraverso un apposito Plan Nacional de Salvaguardia del Patrimonio Cultural Inmaterial (art. 13).
Infine, la Disposición final sexta della Legge 10/2015 richiama la Regulación de la tauromaquia como patrimonio cultural: “ Lo establecido en la presente ley se entiende, en todo caso, sin perjuicio de las previsiones contenidas en la Ley 18/2013, de 12 de noviembre, para la regulación de la Tauromaquia como patrimonio cultural.”
Le leggi menzionate non sono state mai impugnate davanti alle competenti giurisdizioni, e pertanto sono divenute pienamente vigenti ed applicabili in tutto il territorio nazionale spagnolo.
In forza di tali norme, e dei principi costituzionali ivi richiamati, in data 19 Ottobre 2018 la Corte Costituzionale spagnola si è pronunciata sul ricorso da tempo presentato da cinquanta senatori contro la normativa catalana di divieto, annullando il provvedimento con cui, nel 2010, il Parlamento di Barcellona aveva vietato la corrida in Catalogna. Per 8 dei suoi giudici su 11, la tauromachia, considerata parte del patrimonio culturale nazionale, è materia di competenza dello Stato.
La Corte costituzionale spagnola ha quindi cassato il divieto posto in Catalogna, dichiarandolo incostituzionale: la "fiesta nacional" secondo la Consulta Spagnola non può essere abolita da una Regione in quanto è stata dichiarata dallo Stato “patrimonio culturale” nazionale ed è quindi materia di competenza del potere centrale: “ las competencias en materia taurina, una vez aprobada la nueva Ley de la Tauromaquia como patrimonio cultural, deben mantenerse ya definitivamente, y sin duda, en el Ministerio competente en materia de cultura (actualmente, el Ministerio de Educación, Cultura y Deporte”).
Trattandosi di materia di competenza statale, non è soggetta alle decisioni unilaterali delle singole Regioni Autonome, né alle rispettive prerogative; tale argomentazione ha reso processualmente inutile soffermarsi sugli altri argomenti posti all’attenzione della Corte.
Poiché, oltre alla Catalogna, anche le Canarie e le Baleari hanno proibito le corride, a stretto rigore la decisione della Consulta dovrebbe valere anche per loro.
Peraltro, è nota la scarsa considerazione con cui le autorità regionali, soprattutto catalane, trattano le pronunce dei giudici spagnoli, accusati di essere uno strumento politico manovrato a piacimento dall'esecutivo conservatore, impegnato con tutte le forze ad ostacolare la "road map" separatista del governo catalano.
La Generalitat ha già dichiarato di avere tutti i mezzi, anche giuridici, per aggirare la sentenza, e disapplicarla. Infatti, l'esecutivo regionale ha dichiarato di volere imporre la propria competenza esclusiva nella difesa dei diritti degli animali, anticipando nuove misure interdittive.
Non resta che sperare nella massima condivisione delle parole di Mario Vargas Llosa, “La Fiesta de los toros no es un quehacer excéntrico y extravagante. En países como España, México, Venezuela, Colombia, Ecuador, Perú, Bolivia y el sur de Francia, es una antigua tradición profundamente arraigada en la cultura, una seña de identidad que ha marcado de manera indeleble el arte, la literatura, las costumbres, el folclore, y no puede ser desarraigada de manera prepotente y demagógica, por razones políticas de corto horizonte, sin lesionar profundamente los alcances de la libertad, principio rector de la cultura democrática”
M. Belmonte