Nicanor Villalta, il sogno di Hemingway
9 febbraio 2024
“Juguetes rotos” è il titolo di un documentario del 1966 di Manuel Summers.
L’autore tratteggia le vicende di personaggi famosi in altre epoche adesso caduti nel dimenticatoio.
Nella pellicola incontriamo pugili, come il peso welter Hilario Martinez, il formidabile attaccante basco Guillermo Gorostiza, l’attrice Marina Torres, i toreri Eduardo Lopez, Francisco Diaz “Pacorro” e soprattutto il “palo telegrafico” d’Aragona, Nicanor Villalta.
Villalta non fu un “juguete roto” ma un magnifico e dignitosissimo torero, un lidiador importante, una delle colonne del favoloso romanzo della tauromaquia della cosiddetta Edad de Plata.
Foto: Derechazo de Villalta
Il toreo a piè vide la sua genesi nel nord della Spagna, tra Navarra e Aragona; alla terra della jota appartiene il nostro protagonista che venne alla luce il 10 dicembre del 1899, a Cretas, nella Frangia d’Aragona.
Visse in un ambiente taurino grazie al padre novillero e banderillero, iniziò la sua carriera in Messico e successivamente si presentò a Saragozza nella parte seria dello spettacolo comico “Charlot e Llapisera”.
Quanti toreri lanciò il toreo comico, quanti si appassionarono a los toros vedendo questi spettacoli; non saremo mai sufficientemente grati ai protagonisti di eventi purtroppo scomparsi dai programmi delle ferias.
Gli inizi di Villalta non furono facili… il collo lunghissimo, la sua altezza, la mancanza di grazia non produssero nè facilitarono un toreo elegante; fu addirittura definito “el tubo de la risa”.
Un trionfo a Madrid nel 1922 fu decisivo per lanciarlo e nello stesso anno prese l’alternativa a San Sebastian (Luis Freg padrino, Pablo Lalanda testigo), e la confirmaciòn (Diego Mazquiaràn “Fortuna” padrino, Emilio Mendez testigo).
Foto: Llapisera en Valencia
Madrid fu sempre la sua piazza, vinse la Oreja de Oro de la Asociaciòn de la Prensa nel 1923, mantenne sempre un gran cartel fino al ritiro nel 1935 e soprattutto tagliò 52 orecchie (più 2 in un festival), traguardo che rappresenta un record nelle piazze della capitale.
Riapparve nel circuito 1939 e si ritirò nel 1943 a Saragozza (tagliandosi “la coleta”) ed arrivando ad alternare con Manolete.
Nicanor Villalta è considerato uno degli stoccatori più abili della storia, tanto nella suerte de recibir quanto al volapiè…metteva la spada, dava le spalle all’animale, salutava il presidente…questo era Nicanor Villalta.
Fu un torero arditissimo, celebri i suoi “parones”: l’immagine con l’aragonese immobile mentre il toro passa vicinissimo causava grande impressione tra gli aficionados.
Profondo conoscitore di suertes e tori, diede enorme importanza alla lidia.
Dotato di eccellente mano destra, furono famosi i derechazos che seguivano ai suoi parones. Proprio la sua mano destra, criticata da tanti, fu così cantata dal grande storico del toreo Pepe Alameda: “pasò a la mano derecha lo que Gallito y Chicuelo habian planteado con la izquierda, el toreo ligado, haciendo realidad que el toreo en redondo podia realizarse con cualquiera de las dos manos”.
La mano destra di Villalta è fondamentale nell’evoluzione del toreo.
La figura era inconfondibilmente alta, grottesca… lo pregiudicava il fisico sgraziato e terribilmente allungato, tuttavia alla carenza di grazia il suo toreo contrapponeva una vibrante emozione che raggiungeva l’apice al momento della suerte suprema.
L’essersi mantenuto in prima fila durante i favolosi e floridi anni ’20 e ’30 costituisce un merito enorme, ingrandito, non rimpicciolito, dagli evidenti limiti estetici, le gambe lunghe e grosse, il collo da giraffa.
Tutti sanno il legame profondo che Hemingway ebbe con Antonio Ordonez. Ma pochi ricordano che il suo torero che adorò più di tutti, o quantomeno prima di tutti, fu Nicanor Villalta, più volte citatato ad esempio e modello nel suo magistrale romanzo “Fiesta”. Tanto ne fu ammiratore, apprezzandone le doti tecniche ed il coraggio, che arrivò a dare il nome del torero al suo primogenito: John Hadley Nicanor Hemingway.
Foto: Hemigway con il primogenito John Hadley Nicanor
E’ poi interessante sapere che il padre di Villalta, battezzò il figlio Nicanor in omaggio a Nicanor Villa “Villita”, celebre torero aragonese di fine ‘800.
Nel 1929 uscì nelle sale “El suceso de anoche” (“L’evento di ieri sera”) film poliziesco del regista Leon Artola film prodotto da Villalta che ne fu anche il protagonista… mi piace pensare che “l’evento di ieri sera”, spogliato dalle connotazioni cinematografiche, fosse riferito ad una vuelta al ruedo, orejas in mano, di Nicanor Villalta nella sua piazza dell’antica Carretera de Aragon in un incantevole pomeriggio della straordinaria Edad de Plata.
El Trinacria
Foto: Estocada di Villalta, Teruel 1923