Silvano, romantico d'arte e di tori
29 maggio 2018
In un piccolo paese della Toscana non patinata, trovi una casa vechia e isolata, un prato con un cavallo andaluso e lì vicino un laboratorio con gli attrezzi del mestiere dell’artista, straripante di opere a metà o intere, ma tutte impolverate. Qui Silvano crea.
All’ingresso ti saluta Manolete di gesso, spalle al muro come fosse prima dell’ultimo paseillo a Linares. Poi c’è il busto di Belmonte che ti scruta con lo stesso sguardo del “pasmo” di Triana. Poi svariati picadores di terracotta o bronzo. Ed un’altra infinità di opere che quasi non ti permettono di muoverti e ti avvolgono come in un carosello infinito di opere taurine.
Nemmeno nella sua casa ci si muove facilmente, tra copie sbiadite del Ruedo, libri su Joselito, vecchie biciclette e sue opere invendute, che restano senza proprietario non perché sia difficile venderle, ma perchè non è facile trovarle in vendita. Chiedetelo a certi americani o giapponesi che senza indugi si portano via le sue opere non appena qualche amico gallerista le espone a Firenze. Altre spesso rimangono in attesa di una destinazione, perché Silvano non si cura né si preoccupa troppo degli affari. Né di vendersi copiando ed imitando sé stesso (o peggio, qualcuno) come al giorno d’oggi siamo abituati con artisti o pseudo tali che fingono un personaggio pur di venderlo.
Silvano no.
Lui ti accoglie sempre coi suoi occhi raggianti e sinceri, la voce secca che non spreca parole e la mano che ti stringe forte. “Hai visto che Cuvillo non sta più al Grullo?” (chiede con accento toscano pronunciando all’italiana le elle). “Chissà cosa avrà combinato!”
Anche se non ha una mail, facebook, twitter né guarda internet Silvano riesce però a sapere tutto dell’attualità taurina. Se la fa raccontare dai tanti amici che non gli mancano e ricambiano così le sue infinite gentilezze.
Non diresti mai che quest’uomo d’altri tempi sia quello che tanti suoi colleghi e critici definiscono uno degli ultimi artisti autentici, un Maestro custode di tecniche di lavorazione ormai quasi perdute. Ma soprattutto uno di quelli che vivono per l’Arte. Quella autentica che dà emozione perché fatta con passione, ispirazione ed energia creativa. Quella che riempie il cuore, non il conto in banca svendendosi alle richieste del “mercato”.
Perché Silvano di questo se ne fotte. Lui segue la libertà di esprimersi per com’è. E la tauromachia è una delle sue principali fonti di ispirazione. Lo hanno sempre affascinato sin da giovanissimo i più grandi toreri di ieri e di oggi per i quali ha un’ammirazione ed un rispetto infinti. Ma anche i più umili, ma importantissimi banderilleros così come lo sono i picadores che montano l’altro animale che tanto adora, il cavallo.
Ma l'ispirazione artistica di Silvano è anche e soprattutto legata alla sua Spagna che ha girato per intero ben 3 vote in bicicletta da corsa (entrata anche nel tendido de Las Ventas) e di cui conosce dettagliatamente geografica, storia, arte ed infinite plazas de toros. Tutto ciò che Silvano vede e vive, poi nelle sue mani prende forma, come se le sue opere acqusissero un’anima.
Provate a vedere il trittico dedicato a Manolete (il torero che più di tutti adora) vicino alla piazza centrale di Grassina. Difficilmente è stata realizzata una scultura taurina più evocativa, più originale e con maggior sensibilità sul torero di Cordoba, lì raffigurato nel cielo dei toreri più grandi. O provate a gustare la stupenda fontana della lavandaia in bronzo nella piazza centrale, proprio lì vicino. Potete coglierne lo sforzo del suo lavare, la fatica del tempo e, se la bagnate con l’acqua della fonte, vedrete anche il suo sudore. Solo un artista può cogliere e immortalare certe istanti.
Il giorno che nel nostro Club Taurino Italiano qualche anno invitammo don Santiago Martin “El Viti”, il grande Maestro di Salamanca, straordinario torero e persona ancor più squisita, rimase colpito dalla bellezza della statua di minotauro ricevuta in dono da Silvano come ogni volta accade ai vincitori del premio Opera Taurina. Per realizzarla, molti anni prima, Silvano si era ispirato proprio ad una foto del Viti, a suo dire il torero con più toreria che avesse mai visto. Al conoscere questo retroscena “Su Majestad” si commosse e gli disse “Continua ad Operare! Sempre Operare!”. Silvano da quella sera ripete le parole del suo Viti con l’illusione di un bambino e la determinazione di un torero che si prepara alla prossima temporada “Operare! Operare!!”
Ecco, questo è quello straordinario artista, uomo unico ed amico speciale che di nome fa Silvano Porcinai.
Queste righe sono nulla per dargli l’importanza che si meriterebbe. Ma in questi tempi di falsa modestia, di opportunisti spregiudicati, di pseudo artisti che sfruttano qualsiasi mezzo pur di campare (anche con la Tauromachia), la luce di Silvano brilla per purezza, autenticità, genialità ed umiltà.
Immagino ad alcuni sorprenderà doverlo scoprire da queste righe. Ma per noi amici di vecchia data, Silvano rappresenta un esempio vivente di innamorato dell’Arte, ma soprattutto dell’Arte de los Toros che le sue abili mani fanno rivivere anche in terre non taurine come le nostre.
Conde de Moncalvo