Tauromachia dipinta: brevi spunti di riflessione
22 febbario 2019
Vincent Van Gogh, nall'epoca arlesiana, trovava rari momenti di serenità durante la stagione dei tori in un tendido della plaza...
Henry de Toulouse-Lautrec restò affascinato dai colori delle arene e dall'eroismo dei toreri, disegnò qualche ritratto di matador andato a finire chissà dove e amò profondamente la Spagna, almeno fin quando fu espulso da qualche bordello di Madrid a causa del suo aspetto fisico...
Francis Bacon è un favoloso artista innamorato dei tori, morì nella clinica più torera (la Ruber a Madrid) e anche nella sua ultima opera, "Estudio de un toro", mostra il suo amore per questo rito...
Francis Bacon "Mirror of Bullfighting" (1990)
Fernando Botero ci delizia con i suoi picadores carichi di colore, i riflessi del sole nelle plazas luminose, vive, accese...
E' ampio l'elenco dei pittori non spagnoli rimasti folgorati dal sacro fuoco de los toros, è evidentemente infinito quello degli artisti iberici che non sono rimasti indifferenti al rito pagano della Fiesta.
Los Fiesta de los toros, con i suoi aspetti dionisiaci e apollinei, il ricco simbolismo e la viva metafora dell'eterna contrapposizione tra la forza bruta e l'umana intelligenza, da sempre è stata soggetto dei più grandi artisti.
Luis Garay, Antonio Carnicero, Pablo Picasso (la sua relazione con Luis Miguel meriterebbe un capitolo a parte), Juan Gris, Salvador Dalì per finire ai recenti Juan Maestre, Lope Tablada Martìn e Juan Ripollès sono solo alcuni tra i più importanti artisti di Spagna che ci hanno deliziato con capolavori taurini.
Fernando Botero "Pase de pecho"
Un artista ha reso immortale la Fiesta de los toros: Francisco Goya a 70 anni d'età, realizzò nel 1816 una serie di 33 lamine, "La tauromaquia".
La serie si pubblica nel Diario de Madrid e, a differenza di quelle precedenti (quella di Carnicero ad esempio), non si limitava all'illustrazione delle distinte fasi della corrida bensì, basandosi sugli scritti di Moratìn, sulla nota Tauromaquia di Pepe -Hillo, oltre che sulla propria smisurata aficciòn, il pittore di Saragozza ci lascia in eredità uno stupendo documento sulla storia dell'evoluzione della tauromaquia.
La caccia al toro dal cavallo degli antichi Iberici, i giochi taurini degli arabi a Siviglia e Toledo, l'origine delle banderillas, i tornei dei nobili, le burla al toro dell'Estudiante de Falces, il celebre Martincho che pone le banderillas al quiebro, lo stesso Martincho a Saragozza, Juanito Apinani a Madrid e il suo salto della garrocha, Pajuelera che picca un toro a Saragozza, El Indio, Rendon, Pepe Hillo e un recorte strepitoso e poi la sua tragica morte a Madrid in un momento angustioso e carico di tensione, Pedro Romero si prepara a matar un toro parado, banderillas di fuoco a un manso sono solo alcune delle immagini che è emozionante studiare e analizzare per capire l'evoluzione de los toros e apprezzare un pittore favoloso.
Non è la sede per spiegare la grandezza e l'importanza di Goya nella storia della pittura, ma ci piace sottolineare la forza delle sue lamine, l'espressività dei soggetti, l'assoluta importanza della sua opera che ci porta per mano a ripercorrere il cammino della tauromachia.
L'uomo affronta da secoli il toro attraverso un rito ancestrale, una cerimonia pagana le cui dinamiche tecniche e artistiche sono in continua evoluzione, ma l'essenza è eterna e i valori che trasmette sono immutabili e validi a tutte le latitudini, in qualunque epoca.
Con abilità e intelligenza, mediante l'inganno, l'uomo domina e vince il suo nemico, convertendo in arte, ciò che all'inizio è lo svago della nobiltà spagnola.
Il busto bronzeo di Goya, nel coso della Misericordia a Saragozza ci ricorda un uomo, un aficionado come noi che rese immortale l'origine della Fiesta e si emozionò con un'arte che è appassionante, viva e brillante oggi come ieri e i cui protagonisti sono uomini con il cuore di Dei.
El Trinacria
Francisco de Goya "Lance de capa en un encierro"