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Club Taurino Italiano

La forza del toreo

 

16 gennaio 2024

 

 

Il filosofo Ortega y Gasset diceva “La storia del toreo è legata a quella della Spagna, tanto che senza conoscere la prima, sarebbe impossibile comprendere la seconda”. E se questo lo abbiamo visto mettere in pratica negli ultimi vent’anni, ora siamo in un momento molto decisivo.

 

Siamo in una fase politica in cui in Spagna al Governo ci sono forze dichiaratamente anti-taurine da ormai quattro anni, ma mai come ora si era avuto un Ministro della Cultura anti-taurino come l’attuale Urdasun che ha già dichiarato che non esclude misure contro la Tauromachia.

 

Questo discorso si sposa perfettamente coi nostri tempi dove si cerca di imporre l’animalismo estremista venduto per “buonismo”, dove si comprano aragoste nei ristoranti per liberarle in mare, dove sempre più l’uso di un animale può essere tacciato di “maltrattamento” (fino ad arrivare alle nuove gare di “ippica” senza cavalli, così "non soffrono"). Il tutto grazie al dilagare di una sorta di "teologia", la teoria antispecista tanto "chic" quanto ipocrita che grazie ai finanziamenti di varie lobby fa la fortuna di pochi privilegiati (ma tra questi non certo gli animali).

 

 

 

In questo contesto, è un vero miracolo che la corrida non solo esista, ma soprattutto che sia in salute. Soltanto nel 2023 sono stati venduti in Spagna 4,5 milioni di biglietti per gli spettacoli taurini, di cui 1,6 nelle piazze delle grandi città (Madrid, Valencia, Siviglia, Bilbao, Santander, Albacete, Zaragoza…). Questo senza contare tutti quelli venduti in Francia, Portogallo, Perù, Messico e gli altri paesi latini.

 

Ed è un vero miracolo che ci siano degli allevatori che con enormi sacrifici continuano ad allevare il toro bravo de lidia, pur sapendo che pochissimi di loro si ripagheranno le spese e nessuno gli sforzi. E che alcuni di questi non solo lo facciano per tradizione famigliare, ma anzi investano tutti i propri capitali ed le proprie energie (esempi chiari sono Alvaro Benjumea, Salvador Gavira o Jean-Luc Couturier solo per citarne alcuni).

 

Borja Jiménez conquista Madrid venciendo a los victorinos | Marca

 

Ed è un miracolo il fatto che quei teenagers nati negli anni dieci di questo nuovo secolo sognino ancora oggi di diventare toreri, disposti a rinunciare a tutto per il toreo, che può essere gloria o può essere tragedia.

 

La scorsa stagione è sembrato iniziare un importante rinnovamento generazionale nelle arene (nel ruedo e negli spalti) con una portata ed una qualità che non si vedeva da vent’anni. Tanti sono i giovani toreri che finalmente hanno dato un segnale importante come Fernando Adrian o Borja Jimenez (oltre ai già noti Rufo o De Manuel). Tanti quelli che hanno preso l’alternativa di recente e che possono essere una rivelazione (Jorge Martínez, Cristian Parejo, Víctor Hernández e la giovane Rocio Romero) senza dimenticare il fiorire di toreri francesi (oltre una decina tra i matadores) che meriterebbe un discorso a parte. E dietro l’angolo è in arrivo il fenomeno Marcos Perez, possibile astro nascente, oggi quindicenne, che già stupisce per la sua capacità e toreria.

 

 

 

 

Tra tutte le giovani promesse quella che a mio avviso sembra la più promettente e con più possibilità ad essere Figura è senz'altro Fernando Adrian. Che dopo un trionfo ad Arnedo col "Zapato de Oro" nel 2011 ed un'alternativa ad Avila nel 2013, è arrivato fino al 2021 senza quasi mai toreare, ma con l'entusiasmo e la speranza intatti tanto da riuscire a vincere la Copa Chenel. Da qui la prima corrida a Madrid nel 2022 (senza successo) e la seconda nel 2023 con un indiscutibile trionfo (due orejas ai rispettivi tori di Santiago Domecq e Puerta Grande) che gli diedero l'accesso alla corrida de Beneficencia, dove nuovamente è arrivato ad aprire la Puerta Grande grazie ad una gran faena ad un buon Juanpedro. Un doppio e straordinario trionfo, dove ha mostrato tutta la sua capacità tecnica, il suo coraggio, la sua determinazione, ma anche buon gusto, classe ed eleganza.

 

 

 

Nel 2023 Adrian ha toreato troppo poco per quel che meritava (e poi ogni volta che toreava trionfava...) ma il suo arrivo e quello degli altri giovani questa volta sembra proprio inevitabile.

 

Non a caso El Juli dopo 25 anni come matador de toros (e 30 dal suo debutto in pubblico che lo lanciò a tappe forzate alla fama) ha annunciato il suo ritiro. Un bambino prodigio nato torero con una carriera stellare e con un finale che non si ricorda nella storia per come è stato pieno di trionfi memorabili e con un riconscimento unanime da parte dell'aficiòn. Nel finale della stagione infatti, dopo l’annuncio del suo ritiro, come benedetto da una luce divina ha trionfato in quasi tutte le arene, specialmente a Madrid, Bilbao, Valladolid (con Victorino), Albacete, Nimes, Salamanca (con un rabo che non si concedeva da decenni). El Juli se ne va al massimo livello della sua carriera con 25 anni da protagonista assoluto.

 

 

 

E nel 2024 ci saluterà un altro gigante della Tauromachia che abbiamo avuto il privilegio di avere sotto i nostri occhi negli ultimi tre decenni: mi riferisco al Maestro Enrique Ponce che farà una stagione di despedida in una ventina di arene per dire addio a questa professione di cui è storia viva.

 

Per questo credo che il 2024 sia l’inizio di un rinnovamento e di una nuova resistenza taurina, nelle arene e non solo. Da un lato non bisogna assolutamente abbassare la guardia e continuare a difendere e promuovere la Fiesta con ogni mezzo: come sta già facendo la Fundaciòn Toro de Lidia e le varie associazioni del settore in Spagna, Francia, Messico ed  altre nel vasto universo taurino. Ma anche come nel suo piccolo fa il nostro Club Taurino Italiano che coi suoi soci ed i suoi numerosi eventi permette a tanti aficionados e neofiti di avvicinarsi a questo mondo.

 

Dall’altro bisogna avere la serena certezza che finora gli attacchi sempre più forti alla Tauromachia non stanno funzionando. E che i pessimisti che da decenni ne vaticinavano la scomparsa, continuano ad essere smentiti con tanti ragazzi che oggigiorno sognano di diventare toreri ed arene ancora piene, soprattutto di nuovi giovani attratti da quest'arte misteriosa.

 

 

Muchos deportistas (hombres) decidieron no acudir a la selección y no pasó  nada, pero las futbolistas van obligadas

 

E tra questi c’è chi, come il ventenne campionissimo del tennis mondiale, lo spagnolo Carlos Alcaraz, professa la sua simpatia per la corrida senza problemi e senza pensare alle prevedibili e banali rimostranze di una parte dell’opinione pubblica o alle possibili e costosissime ritorsioni degli sponsor.

Altri sportivi prima di lui hanno agito diversamente per convenienza.

Forse qualcosa sta cambiando.

Perché la forza del toreo è ancora grande!

Buon 2024!

 

El Conde de Moncalvo

 

 

 

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