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Club Taurino Italiano

Pepe Luis Vázquez Silva, torero

 

 

26 luglio 2024

 

 

Oggi se n’è andato Pepe Luis Vázquez, e tre ricordi ben precisi mi sono immediatamente tornati in mente. Vorrei brevemente condividerli con voi.

Il primo ricordo, risale all’inizio del mio percorso di aficionado, negli anni ottanta del secolo scorso. Frequentavo allora la Peña Paco Ojeda di Bayonne. Mi ero fatto, non socio (ero manzanarista…), ma tranquillamente “compagno di strada” di quel piccolo cerchio sostanzialmente femminile. Niente internet a quell’epoca, e pochi tori da vedere in televisione. In cerca di notizie taurine, aprivo in fretta dal giornalaio qualche esemplare del ABC (vecchio d’una settimana), leggevo nelle riviste francesi le cronache delle ferias del mese precedente, o cercavo di ascoltare, di notte, Radio Nacional de España. Da Bordeaux dove vivevo, scesi d’inverno alcune volte a Bayonne per condividere la passione della Peña Ojeda. Serate video VHS, discussioni amichevoli, ma anche passaggio del confine, qualche notte di gennaio, solo per bere un gin tonic in un bar – nemmeno taurino – di Irún, solo per sentire un po’ di Spagna. La presidente della Peña era un’insegnante di spagnolo, che malgrado il posto statale si accontentava d’un piccolissimo appartamento di periferia, perché risparmiava quanto possibile per potere, temporada dopo temporada, percorrere il più possibile la geografia taurina… Una sera mi chiese: “– Pepe Luis Vázquez figlio, l’hai mai visto toreare? – No, risposi, ho solo visto la foto d’un suo muletazo in una rivista, dopo la Feria de Abril dell’anno scorso. – Quello ti auguro di vederlo dal vivo. Fa poche corride, e non sempre riesce ad esprimersi. Ma quando si sente torero, nessuno torea come lui”.

 

E passarono gli anni. Toreava poco Pepe Luis Vázquez, ed io, frequentando soprattutto le plazas di Francia, o quelle del nord della Spagna, o quella di Las Ventas a Madrid, non ebbi mai l’occasione di vederlo. Ma quando tornò nel 2017, per toreare poche corride, dei filmati si diffusero su internet. Allora vidi. Vidi un toreo così essenziale che non ha bisogno di parole per descriverlo, un’Arte che si spiega da se. E questo fu il mio secondo ricordo.

(foto Arjona)

 

 

Il terzo ricordo, è quello d’un incontro. Purtroppo non ero ancora socio del Club Taurino Italiano nel 2019, e dunque non partecipai al bel ricevimento del Maestro. Fu prima, il 17 giugno 2017 a Madrid, precisamente al Hotel Wellington, che incontrai il torero. In dure circostanze: era appena giunta la notizia della morte di Iván Fandiño. Uscendo da un ascensore, mi trovai quasi faccia a faccia con Pepe Luis Vázquez. Non scambiammo una parola, appena un breve sguardo. Rimasi poi sconvolto dall’espressione di smarrimento del suo viso: sembrava un uomo a cui la morte del figlio sarebbe stata appena annunciata… Riesce difficile immaginare due toreri più dissimili dell’Artista di Siviglia e del Leone di Orduña. Si erano forse conosciuti in qualche ganadería, si erano forse parlati qualche volta? O forse no, niente a fatto, non era necessario. “Non chiederti per chi suona la campana, suona per te”.

 

Pepe Luis Vázquez, en el tendido de la Maestranza

 

Tali sono i tre ricordi che mi tornarono in mente, e che già troppo spazio hanno preso, e troppe parole mi hanno fatto usare sull’artista oggi scomparso. Adesso darò la mano a quelli che dal vivo l’hanno visto toreare, a quelli che con lui hanno parlato e che, meglio di me, saranno evocare Pepe Luis Vázquez Silva, torero. 

 

Esteban de la Cruz

 

Tauroarte

 

 

 

 

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